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3. Attesa

14 min readApr 20, 2020

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Quanti giorni.

Più di un mese fa ho letto un articolo che parlava di una tesi di laurea di una ragazza che raccoglieva le parole più cercate nel primo periodo di quarantena. Vorrei metterlo qui, l’articolo, ma non lo ritrovo più. Sono molto disordinata nell’archiviazione delle cose e ogni volta me ne dispiaccio. L’archiviazione è un’arte. Questo per dirvi che stavolta dovrete credermi sulla fiducia. Quanti giorni: è questo quello che abbiamo cercato, scritto, commentato e chiesto più di ogni altra cosa.

Quanti giorni dovremmo stare chiusi nella nostre case, quanti giorni riusciremo a resistere, quanti giorni mancano al 3 aprile, poi al 13 aprile, poi al 3 maggio. Quanti giorni prima di rivederti? Dimmi. Quanti giorni. Poi però abbiamo smesso di chiedercelo. Perlomeno io non me lo chiedo più e lascio galleggiare il susseguirsi delle cose in questo nuovo tempo elastico dove è sempre domenica, come nel bellissimo video di Italo, qui sotto.

Il video di Italo, condiviso da Roberta: vivono la loro lunga domenica con il piccolo Miro a Torino.

Mi sembra un anno che è domenica. Anche adesso che scrivo è ancora domenica. Quanti giorni dura questa domenica? Anche nelle città, grandiosamente deserte, è domenica. Una domenica di Great Empty, come l’ha chiamato il New York Times. Uno spettacolo sacro dalle gambe lunghe, più lunghe di un pomeriggio d’estate. Un’attesa che descrive sia l’atto di attendere, sia quel tempo che si passa ad attendere, sia il sentimento che proviamo nel mentre. Un tempo vuoto, annoiato o emozionato, in cui siamo messi in trazione verso qualcosa. Verso un lunedì, uno qualsiasi.

Che poi a me l’attesa piace. Di solito mi alleno all’attesa, per non dimenticarne i lineamenti, perché in mezzo a tutta questa fretta non si sa mai. Mi piace aspettare il 3 ad esempio. È il mio tram preferito e in qualsiasi punto della tratta trovo sempre qualcuno che si è perso, cartacce da raccogliere o scorci singolari dove batte una luce inusuale. Quando sono dal medico, invece, mi sfido a non guardare il telefono, imponendomi di vivere l’attesa in modo verace e sincero. Leggo le didascalie scritte in piccolo nelle stampe appese alle pareti, mi interrogo sulla metratura della stanza, sfoglio i gossip di qualche anno prima e tocco le grandi foglie verde scuro delle piante da interni che di solito ci sono sempre. Ho anche una zine sull’attesa, fatta da Francesca Tebaldini di Inferno 5 che trovo poeticamente perfetta, soprattutto in questo periodo.

In Attesa, Francesca Tebaldini

Il mio allenamento però non è stato sufficiente a prepararmi a questa attesa qui, che è tutt’altro tipo di attesa. Scalpito, rimbalzo, mi metto a girare. Perché dovete sapere che la mia attesa è meschina. Non è immobile. È densa, piena, anzi stracolma di cose da fare. E tutte queste cose non ci stanno fisicamente in questa stanza, non so se mi spiego. Il futuro è immobile e io no e questa dissonanza percettiva mi rende tutto ancor più insopportabile. Allora faccio veloci e ripetuti bagni d’aria in balcone, nel tentativo di allinearmi con questa quiete fuori stagione che divampa tutt’intorno, fin dove riesco a vedere. E con un cielo così limpido vi assicuro che vedo lontanissimo, oltre l’EUR: se mi concentro quasi vedo il mare o perlomeno lo immagino forte.

In Attesa, Francesca Tebaldini

Non so come stia andando la vostra attesa, credo che ognuno la stia vivendo in modo unico e irripetibile. Anche il non fare niente è assolutamente sano. Una delle prime lezioni che vi ho fatto, ai miei studenti intendo, parlava di inspirazione ed espirazione. Vi ricordate? Penso che il lavoro del creativo, un po’ come nella meditazione, sia la combinazione bilanciata tra inspirazione intesa come osservazione e ricerca; ed espirazione, ovvero la produzione di idee e la loro traduzione in azioni possibili. Nelle prossime righe cercherò di fare esattamente questo: raccontarvi cosa sto facendo io, per darvi un esempio in senso lato di come sta reagendo il mondo della comunicazione all’emergenza e soprattutto condividere con voi le cose che sto seguendo e che mi sono piaciute, spulciando tra tutti i vari progetti nati in questo periodo.

In Attesa, Francesca Tebaldini

Cose di lavoro

La mia quarantena è iniziata con un Decalogo Straordinario e una presentazione sulla gestione della crisi che abbiamo realizzato per le organizzazioni da

che potete leggere e scaricare qui. Al momento stiamo lavorando a molte campagne legate alla pandemia, come ad esempio #NessunoEscluso di Amnesty International uscita poco fa. Le altre le vedrete nei prossimi giorni, per il momento niente spoiler. Anche se da lontano, con il mio team stiamo rivalutando, ripensando e riprogettando. Ad esempio, quando qualche mese fa ci è stata assegnata la comunicazione del Policlinico di Milano, mai avremmo creduto di ritrovarci qui a gestire in tempi così serrati una campagna tanto impegnativa quanto complessa. Poi c’è chi come Riconnessioni, un progetto sulla digitalizzazione e innovazione nelle scuole primarie e secondarie, ha trovato maggiore spazio in questa emergenza. Improvvisamente il loro ruolo e quello della didattica alternativa è diventato centrale e abbiamo potuto osare, con nuove idee. Poi c’è stato da riadattare tutte le uscite già pronte e programmate da tempo, come il lancio della campagna abbonamenti di Scomodo, di cui consiglio la lettura, soprattutto a voi ragazzi. Per le cose che erano state lasciate a metà, ci siamo dovuti improvvisare scenografi, produttori e macchinisti spedendo microfoni e costruendo set in casa per non fermare le produzioni in corso. Soprattutto .

Un Decalogo Straordinario

Però alla fine, se non noi, chi? Siamo creativi e siamo attivisti: da sempre l’emergenza tiri fuori il meglio di noi. In generale mi sento di dire che, dopo una prima fase di panico, la vera sfida al momento è capire come la comunicazione legata all’emergenza possa e debba convivere con tutto il resto, perché soprattutto per le organizzazioni, le istituzioni e le fondazioni inizierà una nuova fase comunicativa. Per quanto riguarda me, invece, oltre la difficoltà di lavorare nelle condizioni eccezionali del momento ed essere stata costretta ad imbastire un ufficio in camera, la vera sfida è gestire il coinvolgimento emotivo. Chi mi conosce sa che per me nessun progetto è mai stato solo un progetto, ma adesso è diverso. Lavorare su tematiche legate alla pandemia è una grande responsabilità. Le parole e le immagini devono essere pesate come mai, perché io non salvo le vite, quindi l’unica cosa che posso fare è dire le cose per bene, come si deve, pensandoci il doppio.

Che bello lo smartworking

Cose da prof

Ho iniziato un nuovo corso che ho dovuto interamente riprogettare vista la situazione. Non è stato tanto il dover rilavorare da capo a darmi preoccupazioni, quanto l’idea di dover conoscere un’intera classe da remoto con la consapevolezza che questi studenti molto probabilmente non riuscirò mai a vederli dal vivo e mi chiedo se alla fine di queste ore sarò in grado di ricordami i loro volti. Io ho un modo molto fisico di insegnare, nel senso di scenografico e di energetico. Sono molto in pensiero perché mi sento spogliata di quelle caratteristiche che, credo, fanno di me un’insegnante vicina agli studenti e vorrei continuare ad esserlo e sto cercando di capire come sperimentando cose nuove.

Dall’archivio dei messaggi inbox

Oltre a questo corso, sto lavorando ad un workshop a cui tengo molto, promosso da Words4Link, un progetto bellissimo sulla scrittura migrante per l’integrazione. Anche in questo caso abbiamo dovuto ripensare tutto, ma sono contenta che il progetto non si sia fermato, quindi se conoscete qualche scrittore o aspirante tale, di origine italiana o straniera a cui possa interessare, fate girare! Poi c’è Covida che non è solo scrivere qui, ma anche ascoltare le vostre idee e opinioni, fare le chiacchiere inbox e portare avanti insieme a

l’Ansiario, ovvero il bestiario delle nostre ansie da quarantena che uscirà presto. Questa settimana ho parlato con molti di voi per i motivi più svariati: dalle tesi, a progetti laterali di gruppo ad esperimenti personali. Sappiate che anche io imparo sempre molto da tutto quello che mi dite.

Dall’archivio dei messaggi inbox

Cose in più

In questo periodo ho messo da parte la mia smania di iniziare cose e trascinare persone con me. Quella tipica di chi ha Marte in Ariete, ma l’articolo sull’oroscopo l’ho già scritto quindi lasciamo perdere questo punto. Però resta il fatto che mi piace anche farmi trascinare in nuovi progetti che ritengono validi, nonostante prendano tempo ed energie, tutte cose che in questo periodo scarseggiano più del solito. Ma tanto il tempo non esiste più. Quindi, tra le altre cose, curo insieme a delle amiche Articoli di Prima Necessità, un canale Telegram di rassegna stampa inusuale.

Oolong, lezioni di Chi Kung

Trasmetto per Decamerette, un nuovo canale YouTube nato per tenersi compagnia durante la quarantena con un palinsesto ricco e variegato. Il mio programma si chiama Oolong e parlo di Cina in maniera approssimativa. Nell’ultima puntata ho letto Diario di un Pazzo di Lu Xun a voce alta, però di solito è tutto più divertente perché con me c’è Marco. Una volta abbiamo addirittura fatto Chi Kung in diretta con il mio coinquilino, trovate il video qui sopra se volete imparare qualche mossa. Infine, Be Unsocial ha pubblicato Back To The Future, un ebook gratuito che raccoglie 44 idee di narratori, umanisti, giornalisti, docenti ed esperti di comunicazione sul futuro che verrà, e tra questi ci sono anche io. L’idea è stata di

che ringrazio tanto, perché vederci tutti nello stesso indice è stato emozionante. Tra le pagine c’è anche che parla di vulnerabilità e le sue sono le parole che mi hanno colpito di più. Potete scaricare il libro qui, è per voi.

Back To The Future, leggilo qui

Cose da casa

La vita domestica è per me altrettanto centrale in questa attesa. Tutto quello che viene dopo le 18.30 o nel fine settimana rappresenta, di fatto, ciò che accade veramente in questa lunga domenica ed è questo che credo ricorderò poi. Con i miei coinquilini ci intratteniamo in varie attività ludiche, per quanto bizzarre. Abbiamo fatto uno striscione la prima settimana di quarantena, documentando tutto in questo video qui sotto dove per fortuna non si vede la parte in cui è esplosa la bomboletta. Il montaggio è di Guido, le foto sono di Geuse, Mala si è scoperta producer, il soggetto è mio e la musica è dei CCCP. Mentre facevamo le riprese in modo molto poco professionale con il mio telefono, il signore dell’ultimo piano si è affacciato preoccupato, vedendoci correre su e giù vestiti da black bloc: “Ma che succede?” ci ha chiesto in vestaglia “Stiamo girando un video per passare la domenica” ho detto io, sfoggiando il più radioso e innocente dei sorrisi.

Attualmente stiamo inscenando una soap opera a puntate dove i protagonisti sono le uova sode di Pasqua colorate. No, non le abbiamo più mangiate. In programma c’è il teatro delle ombre, chissà se lo faremo mai. Per il resto cuciniamo, suoniamo Paolo Conte, guardiamo film, organizziamo serata di gala, facciamo lezioni di twerking, giochiamo a Dizionario, beviamo Gin Mare e tante altre cose così per ingannare l’attesa. Siamo anche finiti sul New Yorker mentre cantavamo dal balcone. Ogni giorno ringrazio l’universo per poter passare la quarantena con loro: sono di un fortunato che quasi imbarazza.

Cose solo mie

Poi oltre le cose sopra, di notte, leggo Céline.

Cose che mi sono piaciute

In questo periodo sono nate molte iniziative creative che vale la pena di seguire, alcune sono state portate avanti da amici, altre da colleghi o da persone che seguo e stimo, e altre ancora da persone normali che non fanno questo di lavoro. Ve le condivido qui, dal mio archivio, che ultimamente cerco di tenere ordinato e aggiornato per quanto possibile.

Community: Skillsharing is caring è il gruppo Facebook curato da

e altri amici dove diversi creativi si aiutano a vicenda lavorando a progetti e condividendo incontri su tematiche legate allo smartworking, iscrivetevi! Qualcuno di voi mi ha chiesto diversi consigli sul lavorare a casa, lì trovate tutto. Insieme hanno realizzato la campagna pro bono di Verdessenza per acquistare sapone destinato alle detenute del carcere di Torino.

Illustrazione di Daniela Goffredo per la campagna di Verdessenza

Da leggere: Anche se il lievito non si trova, alla fine non passeremo comunque più dalla porta. Io ho preso due chili. Ma qui trovate un libro di ricette da isolamento bellissimo fatto da creativi per i creativi. Per consolarvi leggete tutti gli infiniti motivi per non uscire, ce ne sono un sacco se ci pensiamo. Poi c’è la breve storia del balcone, che oggi è diventata la stanza più importante della casa. Tra le altre cose, ci sarebbe da pensare a come reinventare l’editoria, Adelphi ci prova con i Microgrammi, la collana digitale lanciata apposta per la quarantena. Il Mezzopieno è la testata di Pensiero Menifesto dove vengono condivise solo buone notizie, perché ce ne sono. Poi c’è Fame d’Aria, un progetto editoriale che ho già citato nello scorso articolo, dove c’è lo zampino di Pierre.

An isolation recipe book from ten food-loving creatives
Il Mezzopieno, Pensiero Manifesto

Da ascoltare: Il viaggio di 15 minuti dalla sede centrale del MoMA a quella periferica. È un abbraccio portatile che fa così. Tutte le storie audio dalla quarantena. Il nuovo podcast di Art Tribune. Ma ora che non c’è nessuno, come suona il mondo fuori? The Sound Outside mappa i suoni del grande nulla. Brücke playlist è il ponte che ci unisce anche se siamo lontani. Ed è anche una newsletter. Le poesie al telefono recitate da Noemi.

Le call creative: Qui tutte le risposte creative alla call aperta delle Nazioni Unite. Oh My Virus è il progetto visivo che ripopola le città deserte con i disegni. Designers against Coronavirus, la community di The District, si mobilità con attività varie ed eventi online insieme a tante agenzie e studi creativi. Esistono opere d’arte su carta igienica messe all’asta, tanto Give a Sheet. Lettera 40 è l’alfabeto che raccoglie fondi per l’emergenza. #Quaranzine sono le fanzine fatte a mano in formato mini lanciate da Austin Kleon: impazzisco. Le Autocertificazioni Illustrate consigliate da

. Fumetti. invece mi ha fatto scoprire Covid Room, la stanza virtuale dove artisti e dj combattono la noia. #DrawingCaptain è la call lanciata da Simone per finanziare la Croce Rossa con un libro di illustrazioni sportive.

#Quaranzine #StayAtHomeMakeZine
Give a Sheet

Scrivere: Mai come adesso abbiamo bisogno di nuove parole, quindi ora che c’è tempo inventiamocele: potete farlo anche voi su Lo Stato dei Luoghi. Tra le mie parole preferite c’è Specollettività, il neologismo di

che dà un nome all’esercizio collettivo che tutti stiamo più o meno facendo, immaginando e condividendo frammenti di futuri possibili. Poi c’è Silver Lining spiegata da , un fratello, che sta vivendo la pandemia negli Stati Uniti e che tempo fa ha scritto un glossario per comprendere il contagio qui. Io di recete sogno molto. Voi? Se fate sogni, inviateli a I Dream Of Covid e guardate quelli degli altri qui. Poi vorrei è una lista delle cose che ci mancano e che stiamo rimandando: a voi cosa manca? Decamerone dal balcone è il progetto che raccoglie racconti da tutta Italia, scrivete il vostro che c’è da arrivare a cento. L’Epistolario virale invia le lettere per corrispondenza digitale. È un modo di parlarsi antico da riscoprire e di cui ho già scritto nell’articolo dedicato all’amore.

Poi vorrei
I Dream Of Covid

Ma i bambini? Ma vi immaginate cosa deve essere questa clausura per un bambino? Ci penso spesso, soprattutto quando sento giocare i due fratellini che abitano sopra di me. Coronaminus è il canale Instagram che raccoglie tante attività per bambini (sì certo, per bambini) da fare in quarantena. Francesca Cavallo, una delle autrici di Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli ha pubblicato Il Dottor Li un libro gratuito illustrato sul Coronavirus per spiegare la pandemia ai più piccoli.

Coronaminus

Da vedere: Le cartoline dalla pandemia sul New Yorker. Icone mediche gratis. Le frasi proiettate sui condomini di Colle Aniene. Covid Art Museum. Il Teatro Immune. L’unico vero reportage che dice tutto quello che c’è da dire sulla pandemia con disegni e frasi brevi è quello di Davide Toffolo: per ora è la mia cosa preferita in assoluto. Di spot neanche ne parlo, perché non ho visto niente di furbo, come si ironizza in questo mash-up di pubblicità a tema covid. Comunque stiate vivendo quest’attesa, di certo tutti ci siamo fatti due palle così. Ma così come? Antonella, con cui faccio coppia creativa fissa, ha appena aperto un canale Instagram epico dove le visualizza, le palle.

Palle in quarantena
Bologna, Bianca Bagnarelli, Postcards From A Pandemic

Fotine: Arcipelago 19 è un progetto di foto giornalismo portato avanti da molti fotografi che conosco e stimo. Le loro foto le trovate anche nell’articolo di copertina di Internazionale di questa settimana, Uscita di Sicurezza.

mi ha consigliato Screenshot Portrait dove le videochiamate diventano dei veri e propri capolavori e sono d’accordo con lei che questo sia uno dei progetti fotografici più interessanti di questo periodo. Su Covid Classics quattro coinquilini si fotografano mettendo in scena quadri famosi per ammazzare il tempo.

Screenshot Portrait

Poi: Se, arrivati a questo punto, vi stesse chiedendo se si possa uscire, qui la risposta.

Cose indimenticabili

Godard che si si specchia nel telefono prima della sua ultima intervista in diretta Instagram con la University of Art and Design Lausanne. Anche se non c’entra direttamente con la pandemia è una delle cose che non scorderò mai.

I francobolli vietnamiti che combattono il virus. Sarebbe bello un giorno scrivere un articolo serio su propaganda e comunicazione legata alla pandemia. Ma so già che non lo farò, quindi sinceramente spero che ad un certo punto lo faccia

.

La English National Opera che insegna a suonare i detersivi e i saponi finiti per chi in casa non ha nessuno strumento da suonare.

Ci sono governi che non lavorano con il favore delle tenebre. E altri che vanno al galoppo. Ecco la foto dei medici cinesi a cavallo in mezzo alla neve dei Monti Altai.

Immagino che nasceranno ancora molte altre cose, ma già queste bastano per riempire, almeno per un bel po’, questa lunga domenica di pandemia. Ci ho pensato e no, la newsletter non la farò perché tanto non la leggereste, tranne Arianna, lei sì. Poi perché voglio che la casella di posta rimanga uno spazio privato bilaterale: quella è una stanza tutta per me. E per chi decido di farci entrare.

*Covida è una serie di contenuti d’emergenza che faccio con e per i miei studenti per passare insieme questo periodo di quarantena. Li trovate qui e nel mio canale Instagram.

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Nicole Romanelli
Nicole Romanelli

Written by Nicole Romanelli

Creative at Latte Creative | Professor at IED, Quasar Institute and IAAD | Activist and Campaigner | Co-founder Creative Fighters

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